Il bypass coronarico è associato a un rischio di ictus maggiore rispetto all’intervento coronarico percutaneo


Una meta-analisi di 19 studi clinici ha mostrato che il bypass coronarico ( CABG ), anziché un intervento coronarico percutaneo ( PCI ), è associato a un maggior rischio di ictus fino a circa 1 anno dopo la procedura.

A 30 giorni, il tasso di ictus era pari a 1.2% dopo CABG e 0.34% dopo PCI ( odds ratio, OR=2.94 ).
Questa differenza si è mantenuta durante un follow-up mediano di 12.1 mesi ( 1.83% vs 0.99%, OR=1.67 ).

In precedenza, alcuni studi clinici randomizzati avevano fatto sospettare un più elevato rischio di ictus dopo bypass coronarico che dopo intervento coronarico percutaneo, anche se solo uno studio, SYNTAX, aveva mostrato un rischio di ictus significativamente maggiore associato alla chirurgia.
La maggior parte degli studi non aveva una potenza statistica sufficiente per trovare una differenza tra i tassi di ictus.

Ricercatori della Columbia University a New York ( Stati Uniti ) hanno effettuato una meta-analisi di 19 studi, per complessivi 10.944 pazienti assegnati in modo casuale a CABG o a PCI.
I pazienti presentavano malattia coronarica a singolo vaso, coronaropatia multivasale, o malattia dell'arteria coronaria principale di sinistra non-protetta.

La meta-analisi ha rivelato che CABG era associato ad un più alto tasso ictus. L’NNH ( numero necessario affinché si avveri un evento avverso ) era pari a 155, con 7 ictus in eccesso per ogni 1.000 pazienti sottoposti a intervento di bypass, anziché a procedura PCI.

Gli odds ratio per l'ictus quando CABG è stato confrontato con PCI erano più alti nei pazienti con malattia dell’arteria coronaria principale di sinistra non-protetta; il rischio più basso è stato riscontrato tra i pazienti che presentavano una malattia monovasale, anche se l'interazione tra la gravità della malattia e il relativo aumento del rischio di ictus non era significativo sia a 30 giorni sia a 1 anno ( p maggiore di 0.05 per entrambi ). ( Xagena2012 )

Fonte: Journal of American College of Cardiology, 2012


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